1.1 - I 13 Astri: Il Segno e l'Affinità Astrale
"Ci fu un tempo in cui i più grandi Campioni di questo mondo, individui capaci di scuotere le fondamenta stesse del continente, agirono con tanta determinata fierezza da far riecheggiare le proprie gesta fino all'alto dei Cancelli Divini. Osservati dagli Otto Eterni, genitrici del creato intero, furono ritenuti un vanto tanto determinante per gli individui di tutto il mondo, da esser presi, prima dell'abbraccio della morte e della Sentenza di Beleth, dal tocco degli Eterni per essere incastonati eternamente nella volta celeste, così che le proprie gesta potessero guidare il cammino di quanti, dopo di loro, avrebbero calpestato le infinite vie di Raja Dunia. Divennero stelle, i 12 Astri, che avrebbero brillato, mese dopo mese, per l'eternità e per il cuore di quanti ne ricercassero la guida. All'alternarsi dei giorni, infatti, in base al mese di predilezione, una stella brillava più delle altre, a richiamare per l'alternanza del suo ciclo di luminosità, la memoria del Campione che era asceso alle volte divine. Ma la decisione degli Otto Eterni, gloria per alcuni, divenne l'oscura macchia per uno: quello che sarebbe divenuto l'ultimo Astro, offeso dal non essere asceso come stella, riuscì, in un modo tutt'oggi ignoto, ad oscurare il cielo per una notte, celando completamente il bagliore di quelle stelle che, mese per mese, disegnavano il percorso di quanti nascevano sotto il loro segno. Da allora, quando c'è Notte di Luna Nera, tutte le stelle smettono di splendere ed il cielo si ammanta unicamente di un vuoto oscuro che porta a perdizione e smarrimento degli animi più fragili. Era nato il Tredicesimo Astro."
I 13 Astri, nell'universo di Raja Dunia, rappresentano le Stelle più luminose in base all'alternanza dei mesi e, ad ognuna di loro, è legato il Simbolo di un Campione che, in vita, ha raggiunto dei meriti e dei traguardi tanto elevati, compiendo gesta dal valore, benefico o maligno che fosse, da essere immortalato nel cielo dagli Otto Eterni.
Chi nasce in un determinato mese, in base alla stella che brilla maggiormente, può disporre di abilità che sono invece proibite ad altri, e viceversa. L'unica eccezione è data da chi nasce nelle giornate di Luna Nera, indipendentemente dal mese: in questi giorni nessun Astro splende più degli altri ed anzi paiono mescolarsi alle normalissime stelle. Le abilità relative ad ogni segno sono trovabili nel pannello apposito (Scheda -> Gestione -> Scegli le tue Abilità).
Il segno non influenza in alcun modo le caratteristiche del personaggio e serve solamente per dare maggior contenuto interpretativo (in ogni senso, è assimilabile ai segni zodiacali). Ognuno è libero di scegliere il proprio segno, ma non è obbligatorio.
Segue una lista dei Segni degli Astri, con la relativa Stella e Mese di riferimento:
Colui che è conosciuto col titolo di Paladino fu un uomo di grande valore ed indiscusse capacità belliche, passato alla storia come il Fondatore dei Cavalieri della Fiamma di Amon. Ai tempi in cui si batteva per la salvezza dei popoli liberi dall'incombenza dei Sette Re della Non Morte, una grande minaccia stava flagellando il Nord: così guidò l'ultima carica difensiva contro le Orde di Jeia e Tyfero, i Titani delle Fiamme che stavano bruciando i regni settentrionali. Mentre il suo esercito circondava l'armata dei due titani, il Paladino decise di impegnarli in uno scontro frontale: raccolse così tutte le proprie forze e scagliò la propria lancia direttamente ai piedi dei Titani. Ali di fiamme crebbero sulle sue spalle ed ascendendo al cielo cadde come una cometa infuocata dinnanzi ai nemici, sfidandolo apertamente. Nacque uno scontro leggendario che dopo molte ferite portò alla morte di Jeia, mentre l'armata teneva a freno le orde della Non Morte, così Tyfero, furioso, si scagliò in una carica suicida contro il Paladino il quale, prima di essere del tutto annientato dall'esplosione del corpo del titano, fu osservato con orgoglio dagli Otto Eterni, che lo sottrassero al giudizio di Beleth per inciderlo eternamente nel cielo.
Colui che è conosciuto col titolo di Apostata fu un uomo, in principio, dall'alta fibra morale. Un grande re del passato, dicono alcuni, che portava a gran voce le parole della propria Divinità, ad oggi ignota: all'interno del suo regno, e persino dai reami distanti, giungevano accorati cortei che ricercavano le sue parole, il suo supporto, la sua capacità di donare speranza al cuore di ognuno. Ma nelle notti più tenebrose l'Apostata nascondeva un segreto: corrotto da un dio dimenticato, condusse alla disfatta, per il proprio piacere, gusto e sete di guadagno, le sue terre. La distruzione iniziò a dilagare per le strade e i regni vicini, uno dopo l'altro, caddero sotto il suo giogo tirannico, in nome unico della divinità oscura che ne muoveva le azioni. I più grandi campioni del tempo caddero sotto le sue armate nere e nessuno mai osava pronunciare il suo nome per il terrore che esso stesso emanava. Poco prima che l'apice di morte e devastazione potessero compromettere irrimediabilmente gli equilibri del Continente, gli Otto Eterni raccolsero dalla terra la figura dell'Apostata che, tanto ebbro di potere e certo delle proprie capacità, le sfidò apertamente in battaglia. Ma non ci fu la possibilità di alcun conflitto, giacchè gli Eterni, prima ancora che l'Apostata sfoderasse la spada, lo incisero eternamente nel cielo.
Colei che è conosciuta col titolo di Cerusico fu una donna profondamente rinomata per l'alto spirito di sacrificio con cui si è mostrata in vita. Di umili origini, si racconta, con una spiccata dote per le arti magiche e gli incantesimi curativi e di supporto, prestò servigio presso le corti dei Re più prestigiosi, divenendo consigliera e consorte di un ricco Reame del nord. Con la guerra alle porte, pur vivendo nell'agio e nel lusso, il Cerusico scese sui campi di battaglia per assistere i feriti, per confortare gli ammalati, per rinforzare il cuore e l'animo di quanti si battevano strenuamente per la propria casa. Nonostante lo stato raggiunto, il Cerusico non dimenticò mai la ragione di vita che la spingeva a dimostrarsi equa nel dispensare vita a quanti più animi potesse. Infatti, sfidando gli ordini dell'esercito ed il buon senso, il Cerusico raggiunse l'accampamento delle armate avversarie, prestando soccorso anche a quanti gravavano e minacciavano sul suo regno. Il comandante nemico, il cui figlio gravava in condizioni estremamente critiche, fu tanto grato dell'operato disinteressato della donna, che frenò ogni ulteriore minaccia di guerra e ritirò le truppe. Da allora, gli Otto Eterni osservarono con orgoglio l'operato del Cerusico, che per tutta la vita continuò a sostenere quanti ne avessero il bisogno, operando nei modi più disparati: a lei, infatti, si deve la prima Resurrezione. Alla soglia della fine del proprio ciclo vitale, gli Eterni sottrassero al tocco di Beleth il Cerusico, così che potesse essere incisa eternamente nel cielo.
Colui che è conosciuto col titolo di Ombra fu un uomo avvolto dal mistero, pieno di risorse: si racconta infatti che fosse capace di aver sempre, a portata di mano, qualunque cosa di cui avesse bisogno. Riconosciuto in tutto il Continente come il miglior ladro ed assassino esistente, nessuno mai riuscì a raggiungere le sue doti nelle arti furtive e non c'era sorveglianza che non potesse eludere: in un modo o nell'altro, l'obiettivo veniva sempre raggiunto. Che si trattasse di svaligiare una corte reale o di eliminare un bersaglio scomodo, l'Ombra non falliva mai la propria impresa, seguendo un codice di condotta del tutto personale: non eliminava mai bersagli innocenti, se questi non erano direttamente coinvolti nelle sue ruberie, così come mai si teneva tutte le ricchezze accumulate, decidendo liberamente di donarle a chi gli risultasse più bisognoso. Chiunque gli si opponesse veniva trovato smembrato in qualche vicolo, chiunque gli fosse amico riceveva sempre una parte dei bottini. Nel tempo, una grande guerra minacciò di sconvolgere il fragile equilibrio del Continente. Un'enorme armata, capitanata dal Titano Nefastus, marciò fino alle porte del regno che era dimora dell'Ombra: nessun esercito riusciva ad arrestare la minaccia avversaria ed i campioni più potenti vennero abbattuti. In mischia Nefastus era inarrestabile: l'Ombra decise così di avvalersi delle proprie capacità per aggirare l'esercito nemico ed arrivare a stretto contatto con il Titano, pugnalandolo alla gola e mozzandogli la testa. Il gesto gli costò caro: Nefastus maledisse l'Ombra con un Tormento dell'Anima, che portò l'Ombra stessa sull'orlo del suicidio. Tuttavia gli Eterni videro nell'Ombra un segno del coraggio e del disprezzo diretto della supremazia dei più potenti, mosso con tale ardimento che, prima dell'atto finale, presero l'Ombra tra le proprie braccia per inciderlo eternamente nel cielo.
Colui che è conosciuto col titolo di Mistico fu un uomo distaccato dalla società e solitario. Un eremita secondo alcuni, uno studioso della magia nella sua forma più primitiva capace di generare incantesimi la cui essenza stessa veniva manipolata e modificata a piacimento, in modi cui nessun altro al mondo era in grado di emulare. Eterno girovago, egli non ebbe mai fissa dimora o relazione profonda con gli altri esseri viventi, migrando come gli uccelli di luogo in luogo alla ricerca non di un nido bensì di ulteriori fonti di conoscenza arcana, con cui poter accrescere la sua sete di potere per piacere personale. Mai avendo accettato il calore e la vicinanza di qualcun altro appieno, se non di animali, le questioni del mondo civilizzato erano per lui inesistenti, in quanto estraniato da esso in maggior parte. Alcuni dicono che questo suo isolamento fosse derivato da un timore per il suo talento che fin da quanto ne avesse memoria ha posseduto e che lo rendeva diverso dagli altri e che dunque, come un porcospino, non si avvicinava agli uomini per la paura di esser punto; altri invece ipotizzano che la ragione della sua lontananza fu una semplice freddezza d’animo mista ad un senso di superiorità verso il resto dei mortali, che vedeva come meno puri rispetto ai semplici e sempre onesti animali. Ma un giorno, pur se il suo continuo migrare lo allontanava dai problemi del mondo, questi vennero lui a cercare: nelle antiche terre perse del primo impero elfico, rigogliose come nessun altre di foreste e fonti pregne di primordiali incanti, vennero le orde dall’Abisso. Capitanate dal Generale del Principe Demoniaco Bhalial che come il Mistico stesso bramava l’ottenimento del più grande potere arcano, esse furono ragione della perdita delle terre elfiche, e senza saperlo marciavano ai tempi sul momentaneo luogo di studio magico scelto dall’eremita, nella già sua veneranda età ed avanzata esperienza. Ondata dopo ondata, le truppe demoniache non facevano più ritorno dal Generale, che infuriato e al contempo curioso, discese di persona per indagare sulla fonte della loro scomparsa, e fu così che egli ed il Mistico incrociarono le loro vie: quest’ultimo si ergeva sopra colline di cadaveri inceneriti, folgorati e intrappolati in stalagmiti di ghiaccio perenne, mentre indisturbato continuava la sua calma ricerca e studio, senza nemmeno accorgersi dell’arrivo del Generale del Principe dei Demonii. Egli, infuriato, si scagliò con tutto il suo furore magico contro il Mistico, ma poichè la stessa natura della magia per lui non era più un segreto, non vi fu incantesimo o colpo che lo raggiunse, ed ognuno si ritorse contro l’aggressore: ma se la magia non poteva nulla l'immenso martello infuocato del Generale avrebbe posto fine all'esistenza del Mistico. Gli Otto Eterni, tuttavia, avendo osservato con ammirazione la dedizione del Mistico alla sua passione ed il potere raggiunto dal singolo, lo sottrassero dalle terre del Continente prima che il martello dell'Abisso potesse annientarlo e lo incisero eternamente nel cielo.
Colui che è conosciuto col titolo di Artista fu un uomo estremamente attaccato alla gloria personale ed alla ricchezza materiale del mondo, dall'animo euforico ed estremamente estroverso. Dotato di un talento unico, già da bambino veniva fatto esibire nell'utilizzo del proprio strumento musicale alle corti dei più grandi reggenti, che restavano estasiati dall'arte sublime del ragazzo. Presto questo si rese conto che il suo talento avrebbe potuto portarlo assai lontano, ma il solo successo non gli era sufficiente: l'Artista era infatti ossessionato dall'idea che il mondo ricordasse per sempre le sue melodie. Organizzò quello che passò ai secoli come "L'Ultimo Concerto", un evento colossale che riuniva le più grandi menti artistiche del suo tempo, i musicisti più famosi, gli scrittori più rinomati e che chiamava a gran voce l'arrivo delle più illustri celebrità di quell'epoca, condite da cortei nobiliari senza fine e reami che svendevano i propri possedimenti pur di aver oro a sufficienza per garantirsi un posto d'onore allo spettacolo. Nessuno sa, esattamente, come si aprirono le danze, ma nei ricordi dei sopravvissuti a quell'epoca si rammenta di una mattanza senza fine. L'Artista era infatti in grado di piegare le volontà di chiunque e di far credere che il suo spettacolo fosse quanto di più meraviglioso il mondo avesse da offrire. In realtà, nella sua duplice valenza d'arte, l'Artista era riuscito a richiamare una moltitudine di Demonii da svariate fenditure dimensionali che, apparendo come semplici servitori al gran banchetto dell'Ultimo Concerto, non fecero altro che saziare i propri impulsi e la propria fame coi corpi degli invitati, riempendo di fiumi di sangue il luogo designato a teatro. Gli Otto Eterni persino non riuscirono a restare indifferenti allo scempio d'umanità generato dall'Artista, tanto che prima che potesse compiere ulteriori stragi, venne raccolto da essi ed inciso eternamente nel cielo.
Colei che è conosciuta col titolo di Cacciatore fu una donna ricordata come una delle più grandi salvatrici delle libere genti del continente, a cui sottrasse la paura dell'oscurità. Circolavano voci e corpi smembrati venivano ritrovati al seguito di queste: si vociferava che un assassino girasse a piede libero, ed alle prime vittime ne seguirono altre, sempre di più, sino ad arrivare a svariate centinaia. Il metodo d'omicidio era sempre lo stesso: le vittime venivano ritrovate appese a testa in giù e squartate come bestie, con gli organi e le viscere a terra in una putrida pozza di sangue. Per anni il terrore dilagò nel continente: qualsiasi tentativo di caccia all'uomo risultò infruttuoso. L'omicida era come se non esistesse; qualunque traccia svaniva immediatamente dopo il suo passaggio. Il Cacciatore era in una delle pattuglie adibita al controllo delle Selve dell'Ovest: qui, via via, molti dei suoi compagni iniziarono a svanire, lasciando di se solo brandelli di carne ed urla. Presto si ritrovò da sola, a caccia dell'unico individuo che, assai più probabilmente, stava cacciando lei: fu in una notte senza tempo che gli spiriti della radura le diedero la forza di proseguire. Nessuno sa se ci fu un diretto intervento divino o se solo la fortuna le avesse sorriso, ma il Cacciatore riuscì a scovare con precisione il punto in cui l'assassino si nascondeva. Cogliendolo di sorpresa, riuscì a porre fine alla sua vita di nefandezze dopo una lunga battaglia, ma venendone mortalmente ferita. Fu allora che lo sguardo degli Otto Eterni cadde direttamente su di lei, osservata con orgoglio ed elevata alle stelle prima che la falce di Beleth potesse raggiungerla.
Colui che è conosciuto col titolo di Bestia fu un uomo sprezzante del pericolo, profondamente determinato e convinto che la propria forza fosse sufficiente a risolvere qualsiasi problema. Le leggende raccontano che avesse il coraggio di mille leoni e che con la sola forza fisica fosse capace di piegare le montagne e spezzare il ferro. Crebbe nelle vie disadattate di qualche Borgo nell'Ovest, divenendo un lottatore rinomato ed acclamato in lungo e in largo, i cui spettacoli fruttavano tante monete da non aver più la necessità di lottare: ma questo non lo fermò. Pur avendo a disposizione ogni genere di privilegio che si fosse conquistato e denaro senza fine, la sua sete di combattimento e la voglia di primeggiare su tutti in battaglia lo spinsero ben oltre i limiti di un comune guerriero, scendendo in prima linea sul campo di battaglia di una guerra che stava sconvolgendo il continente. Il Generale di Levystus, Principe Demoniaco, stava flagellando le libere genti del mondo, stringendo sotto il suo pugno di ferro la maggior parte delle terre civilizzate. Un'adunanza delle più grandi armate scese ad affrontarlo, ma lo scontro sembrava sempre impossibile: per ogni demonio abbattuto, le fenditure dimensionali ne vomitavano il doppio. Il Generale di Levystus si avvaleva infatti di una gemma protetta da una corte di Demonii di I° Rango per mantenere le fenditure attive: la Bestia scese a sfidarli, decimandoli coi suoi colpi. Distrutta la gemma, la Bestia caricò direttamente la testa dell'esercito, ingaggiando un duello mortale contro il Generale stesso. Il Generale Demoniaco venne letalmente ferito, ma la Bestia dovette sacrificare tutto pur di riuscire a metterlo in fuga: ferito e sfiancato, la Bestia si accasciò in mezzo al campo di battaglia, pronto ad affrontare la propria fine. Ma gli Otto Eterni videro con orgoglio le imprese e la tenacia della Bestia, tanto da sottrarlo al giudizio della morte ed inciderlo eternamente nel cielo.
Colei che è conosciuta col titolo di Condottiero fu una donna profondamente determinata e convinta che l'unità del gruppo fosse superiore al potere del singolo. Discendente di una stirpe di militari ed alti funzionari d'esercito, il Condottiero fu subito inserito nelle fila dell'armata cittadina, apprendendo qui ogni nozione sull'onore, sul dovere e sulle strategie militari. Ma le caserme erano sempre troppo strette per il suo animo e pur trovando nei commilitoni un motivo valido per rimanere nelle fila dell'esercito, alla morte del padre, oramai adulta, decise di partire, isolata, per cercare il suo destino e forgiare la sua compagnia di avventurieri: guerrieri mossi da un fine unico che fosse il senso di libertà che solo l'avventura può donare. Il Condottiero fu vista come una reietta dall'armata della città in cui aveva prestato servizio: abbandonar le fila senza una valida ragione era visto al pari di un tradimento; questo tuttavia non la scoraggiò. Presto le imprese sue e della compagnia di avventurieri che si portava appresso divennero leggenda, tanto da esser fortemente richiesti come supporto alle varie guerriglie che erano solite insorgere fra i reami vicini: il Condottiero era rinomato per uno stile di combattimento unico, che le permetteva di modificare la forma delle armi utilizzate, adattando ed utilizzando stili sempre nuovi. Nessuno osava sfidarla apertamente, e i pochi che lo facevano risultavano sempre sconfitti. All'alba di un'immensa guerra che avrebbe scosso e probabilmente distrutto la sua città, il Condottiero guidò i suoi uomini in una campagna letale, trionfando in vece della stessa armata che l'aveva tacciata di tradimento. Gli anni passarono ed il Condottiero divenne una delle voci più autorevoli nel continente: sotto di lei furono forgiate le armate più potenti e la maggior parte degli eserciti del giorno d'oggi segue ancora strategie di battaglia sue e dei suoi compagni avventurieri. Prima che la morte sopraggiungesse per la lunga vita, gli Eterni ebbero orgoglio nell'osservare i suoi trionfi, tanto da accoglierla nel cielo ed inciderla eternamente fra le stelle.
Colei che è conosciuta col titolo di Arcimago fu una donna dalle inarrivabili capacità magiche, fondatrice della Confraternita della Corte Arcana. Ella nutriva in se il desiderio di condividere col mondo intero la propria capacità nelle arti arcane: solo lei, ad oggi, è ritenuta l'artefice diretta della capacità di utilizzare, per i pochi fortunati, tutte le essenze arcane invece di dover rinunciare a due, come per gli arcanisti normali. L'Arcimago eresse una corte di incantatori dalle più disparate capacità e dalle più differenti personalità, ritenendo infatti che la magia, tanto mutevole e plasmabile, fosse uno specchio diretto sull'animo di chi la impiegava e necessitava, per definizione, di un'eguale mutevolezza ed indeterminabilità. L'Arcimago fu un giudice ed un ago di equilibrio per le manipolazioni della magia, opponendosi strenuamente sia verso chi si limitava ad adoperarla passivamente, sia verso chi l'utilizzava con eccessiva frivolezza. All'alba di un grande conflitto che scosse il regno, fu lei la prima a scendere in battaglia, riunendo tutti gli incantatori dell'Accademia affinchè la minaccia venisse scongiurata. Questa, tuttavia, rivelandosi più drammatica del previsto, portò la maggior parte delle forze alleate alla disfatta: gli Otto Eterni ebbero orgoglio nell'osservare come l'Arcimago si batteva manipolando incantesimi al tempo ignoti, ma che oggi vengono chiamati Invocazioni Arcane e decimando gli eserciti nemici. Poco prima della fine, fu sostenuta dagli stessi dei che, sottraendola dal giudizio di Beleth, la incisero eternamente nel cielo.
Colei che è conosciuta col titolo di Negromante fu una donna il cui senso di invidia e rancore la portarono a consumarsi eternamente, pur di ottenere un potere capace di far tremare il mondo. Nata da una famiglia di origini umili, estremamente povera, con una malformazione agli occhi che la rese cieca in tenera età, facendone preda eterna dei ragazzini più insolenti e spietati. Crebbe in una famiglia dove il lavoro superava il desiderio personale, dove la sua malformazione e lei stessa erano costantemente tacciati come un peso. Nel cuore di una notte tempestosa, la Negromante se ne partì da sola, al buio delle selve, perdendosi tra i respiri e le voci di creature che non poteva vedere, ma che percepiva sempre più vicine a se. Cadde, in quello che fu un antico cerchio di pietre, ricettacolo per l'evocazione di una fenditura dimensionale da cui i Demonii provenivano: ed una voce ammaliante l'affascinò, risollevandola dall'oscurità della vita che la stava inghiottendo: Asthalya, Principessa Demoniaca, la trasse a se e la condusse verso perdizioni inimmaginabili, forgiandone maggiormente quel senso di rancore ed invidia che dalla tenera età già l'avvolgevano. Giorno dopo giorno, Asthalya istruì la Negromante verso le arti più oscure, facendo in modo che questa si riappropriasse della vista che le era stata negata: ma il prezzo per un tale dono era la condanna del mondo stesso. Un velo di oscurità avvolse le Regioni del Nord del Continente: un'oscurità che accecava chiunque l'osservasse. E nella disperazione e nel supplizio, la Negromante gioiva, poichè coloro che tanto l'avevano vessata ora soffrivano le stesse condizioni che lei stessa fu obbligata a patire. Supportata da un orda di Demonii, la Negromante eresse una torre inespugnabile nelle Montagne del Nord, giungendo di tanto in tanto a decimar la vista di chiunque osasse osservarla: quando le più potenti armate si riunirono per contrastarla, gli Otto Eterni videro in lei fonte diretta di un simbolo di vendetta, tanto da sottrarla dai campi di battaglia per inciderla eternamente nel cielo.
Colei che è conosciuta col titolo di Sognatore fu una donna riconosciuta come maestra del sogno onirico, capace di infiltrarsi nel sogno di qualsiasi creatura vivente e plasmarlo a suo piacimento, rispecchiando i mutamenti anche nel mondo reale. Una famiglia di ricche e nobili origini le diede i natali, ma il suo dono fu presto ritenuto una condanna, un maleficio: nelle notti d'incubo, oscure creature prendevano forma nelle sue camere, iniziando a dispensare morte e devastazione alla corte. Molti furono gli efferati omicidi perpetrati ai danni della servitù, per opera dei mostri generati dagli incubi del Sognatore, tanto che la famiglia decise di allontanarla e chiuderla in un maniero da cui non avrebbe più potuto liberarsi. Gli anni passarono ed il Sognatore sprofondò in un'abissale depressione: ogni suo sogno era spento e persino dagli incubi non emergevano niente più che ombre di un ricordo. Nel tempo il Sognatore riuscì a sviluppare una facoltà che le permetteva di emergere dal confine del maniero, dormendo ed oltrepassando, almeno per brevi momenti, le spesse mura di pietra rigida. La gente via via iniziò a riconoscerla, ma dei racconti di orrore che l'avvolgevano si era perso ogni ricordo: tuttavia, ogni volta che si risvegliava, tornava indietro, nel posto in cui aveva iniziato a sognare. Una grande guerra, capitanata dal Titano Blasphemos, scosse il regno: nessuno riusciva a fronteggiarlo e le più imponenti armate cadevano sotto la sua spada. Quando la corte della famiglia del Sognatore fu preda degli assalti nemici, la donna decise di approfittare dei propri poteri per aggirare l'esercito nemico e raggiungere direttamente il Titano. I sogni tornarono a brillare come un tempo e gli incubi si fecero più vigorosi, generando un'armata capace di arrestare l'esercito del Titano e condannarlo per sempre. Da allora gli Otto Eterni osservarono con orgoglio l'operato del Sognatore tanto che, prima che la falce di Beleth giungesse a reclamarla, la raccolsero dal mondo per inciderla eternamente nel cielo.
Nonostante la forte connessione con l'invidia, è la Vendetta il nome eterno che accompagna questo ennesimo Campione del cielo. Uno degli ultimi, riuscì a ritagliarsi a forza un suo posto nella volta, sabotando persino il flusso luminoso di notte e giorno. Si racconta che fosse un uomo orgoglioso, astuto e incrollabile, dalle forti doti arcane e militari, che nonostante i grandiosi successi ottenuti in terra nessun Eterno pensava mai di premiare. Più di una volta lanciò al cielo le sue preghiere, chiese gloria e riconoscimento, potere e immortalità, come tutti gli altri Campioni della volta stellata, ma mai nessuna voce Divina gli rispose. E succede che chi ha in sé l'orgoglio di ogni vittoria, innanzi alla sconfitta e a ogni costo, non oserà mai arrendersi. L'ira, la determinazione e la rabbia di vendetta, quindi, lo portarono a ignorare i cieli e a cospirare con i più abbietti potenti della terra: si unì alle corti dei Principi Demoniaci e Titani dimenticati da tempo, corrompendo così a fondo il potere della notte da riuscire ad oscurare persino l'astro più brillante. Un enorme involucro di buio e oscurità scaturito dalla sua stessa ombra, inglobò la luce argentata della Luna, rendendola solo un vuoto oscuro dove ogni luce sarebbe stata consumata, oltre che dimenticata. Quel fenomeno terribile quanto magnifico, venne chiamato con il nome di Luna Nera. Le stelle degli altri Campioni, quella notte, persero importanza e si mischiarono alle altre più comuni stelle, simili a pilastri di un tempio che in una collaborazione senza protagonismo hanno il solo compito di sorreggere una volta nera e opprimente di un cielo senza luce. Il Vendicatore ebbe il suo nome e gli Eterni il loro atto meritevole per ricordarlo. Egli salì al cielo con tutta la sua ambita gloria e poiché non c'era più alcuna stella a brillare, la sua influenza fu lasciata alle giornate di Luna Nera, dove il suo influsso avrebbe benedetto quanti sarebbero nati sotto il suo segno.
L'Affinità Astrale misura, parametricamente, quanta similitudine o contrarietà esiste tra il personaggio ed il suo Astro di nascita.
E' il giocatore a determinare se il suo personaggio è Affine o Discordante rispetto all'Astro di nascita: questo determina direttamente che influenza ha l'astro nella sua vita, laddove acquisisse una delle Abilità degli Eletti Astrali. Il giocatore può scegliere se essere affine o discordante direttamente dalla pagina Modifica della scheda del proprio personaggio.
Le Abilità degli Eletti Astrali sono abilità del pannello di gioco che possono essere acquisite, come le altre abilità, con la spesa di 1 punto abilità: ciascuna abilità è intimamente connessa ad un Astro specifico e subisce alterazioni dipendentemente dal fatto che il personaggio sia Affine o Discordante.